“Mr. Tamburino non ho voglia di scherzare rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare”. Che i tempi avessero iniziato a mutare era già cosa nota, anche senza mister Tamburino. Quasi al termine di questa nuova estate sanpietrana è giusto e doveroso fare qualche osservazione, dopo l’enfasi delle pubblicazioni di calendari e costi. A proposito di costi: ricordiamone le specifiche di spesa più importanti:
€ 12.993,00 in favore della ditta Cinema Massimo da San Pietro Vernotico
€ 24.034,00 in favore dell’ associazione Turistica Pro-Loco da S. Pietro Vernotico
€ 3.416,00 in favore della ditta A.M.E. Group
€ 2.500,00 in favore dell’Associazione Zonno Cacudi Show
€ 9.394,00 in favore della ditta +12 DB Stereo Service
€ 3.500,00 ai fini del pagamento delle spese SIAE
“Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali”. Alla luce di ciò, compaiono piccole e grandi differenze tra l’estate sanpietrana 2014 e quella del 2015. Non tanto nei costi (quelli sono stati costruttivamente criticati lo scorso anno nei post di Prima Pagina, con buona pace e stupore dei commentatori seriali e dei fan boys filo governativi), quanto nel modo sociale di comportamento. Ma si proceda per gradi. Sia chiara una cosa: riflettere ed eventualmente obiettare sui costi di un programma, anche estivo come quello in questione, non coincide con la facile, accomodante ed arida soluzione del “è bene che non si faccia nulla”. La riflessione, quella libera ed oggettivamente costruttiva, ha il compito di condurre il lettore verso un divergente ed ipotetico (perché no, anche opinabile) “come” si sarebbe potuto organizzare un migliore calendario con un importo inferiore, visti i tempi di precarietà economica. Non è un caso che si citi spesso e volentieri il caso “En plein air”, il programma estivo di qualità oggettiva, richiamante artisti da tutto il territorio e che è costato ai cittadini poco più di 20mila euro. Dettagli.
Ciò che appare eminentemente chiaro e lapalissiano, anche agli intellettualmente disonesti, è il silenzio con cui si è accettata questa estate propagandistica. Una rimembranza: l’anno scorso, l’amministrazione comunale ha elargito ben 52mila euro per il calendario estivo. Somma quest’ultima che è stata contestata dal segretario del Partito Democratico con dichiarazioni quali “fantastiche sono le somme utilizzate dalle casse comunali, nonché dai cittadini. Ben 52mila euro”. Andiamo avanti. Lo scorso anno Prima Pagina ha ospitato un costruttivo “botta e risposta” di due noti imprenditori locali che, con divergente visione sull’utilizzo dei soldi pubblici e sulla proposta di eventi, avevano esposto una critica reale all’estate sanpietrana, attraverso un buon processo dialettico. In quel contesto, veniva chiesto al Comune di San Pietro Vernotico maggiore trasparenza e la pubblicazione più dettagliata dei costi di specifiche di spesa.
“Com’è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano”. Quest’anno, almeno al momento, nessuna critica costruttiva pare sia stata mossa in tal senso e non perché tutto sia stato ottemperato. Ci si chiede, pertanto, come sia possibile che nessuna “opposizione” (non politica, ma anche e sopratutto di liberi cittadini) abbia espresso una opinione diversa dallo slogan mediatico “adesso si può”. Che si sia operato in maniera così trasversale da accontentare tutti, tanto da zittirsi per compiacenza?
Eppure le zone grigie non mancano: ci si chiede, ad esempio, se è lecito mettere in pausa una cittadina intera per dedicarsi interamente alla marina di Campo di Mare; ci si chiede, ad esempio, quanto il così definito “marketing locale” possa da solo risollevare un paese; ci si chiede, ad esempio, per quale motivo ogni spettacolo pubblico debba essere mitizzato quale vittoria elettorale (giacché le elezioni 2015 sono ormai storia fin troppo nota); ci si chiede, ad esempio, se fosse necessario nella notte di San Lorenzo (in una cornice nuova e riuscita, è dovuto dirlo con onestà intellettuale) spendere 2mila euro nei fuochi pirotecnici quasi fosse d’obbligo; ci si chiede, ad esempio, quale sarà il destino per le opere pubbliche quali Ex Omni, ristrutturazione scolastica, Ex Cataldo Fiore (così, a braccio).
Al termine di tutte queste implicite domande, è plausibile pensare che l’eventuale “successo” dell’estate sanpietrana 2015 non sarà tanto il calendario (che, per inciso, risulta comunque più nutrito che in precedenza ma non qualitativamente competitivo, come gli altri anni d’altronde), quanto al riverbero enfatico espresso nei riguardi di spettacoli e manifestazioni. Una chiara assonanza la si può trovare nella condotta nazionale del PD dove l’asse governativo muove programmi e proposte attuative più secondo una scelta mediatica, tramite annunci e tweet.
La storia ci aiuta, anche se mai s’impara nulla, con il pensiero di Marco Aurelio quando , riferendosi al suo stesso popolo, lo definiva più attento ai giochi del Colosseo che non alla gestione della res pubblica decisa tra i banchi del senato. L’ autunno presto sarà alle porte, finiranno i giochi sulla spiaggia e le orchestre suoneranno le loro ultime note. Dopo, la maglia bisognerà metterla davvero, caro mr Tamburino.