LA CASA: COME RIMPIANGERE RAIMI

Genere: Horror
Attori: Jane LevyShiloh FernandezLou Taylor PucciJessica LucasElizabeth Blackmore
Regista: Fede Alvarez
Anno : 2013
Durata: 91 min
Voto:* ½

La-casa-cover-locandina-2

 Un gruppo di ragazzi decide di trascorrere del tempo in una baita nel bosco; l’intento è di aiutare Mia (Jane Levy), una ragazza tossicodipendente, a smettere di drogarsi, trascorrendo con lei un periodo di astinenza. Eric (Lou Taylor Pucci) perlustrando il seminterrato, dove un tempo venivano svolti dei rituali demoniaci, trova un vecchio libro; incuriosito dalla strana scoperta lo apre e leggendolo, a sua insaputa, invoca un demone nascosto nel bosco. Mia passeggiando si imbatte nel demone, si impossesserà del suo corpo ed inizierà così la carneficina. Remake del famoso cult horror del 1981, trampolino di lancio del visionario Sam Raimi, che questa volta si limita a produrre. Sangue, demoni, possessioni e spaventi a buon mercato: questi gli ingredienti del film che vengono “impastati” seguendo un’altra “ricetta”, di certo non quella di Raimi. Per chi ricorda il classico horror si accorgerà, con il prosieguo della storia, delle abissali differenze. Alvarez, regista e sceneggiatore del remake, si concentra sullo splatter. Il sottogenere che prese piede nei primissimi anni ottanta e che molto caratterizzava i film di Raimi (i primi tre capitoli della Casa), rivoluzionò l’horror con nuove tecniche di ripresa (la fly-cam) e affidandosi al macabro. Ma riproporre un caposaldo del genere scopiazzando di qua e di là dal filone de “L’esorcista”, per sfruttare il recente successo di pubblico che diavoli e possessioni hanno dato, non rivitalizza affatto il film. La suspense, un altro fattore che caratterizzava i film di Raimi, è quasi del tutto assente in questo rifacimento ed i brividi non arrivano nemmeno supplicando. Raimi seppe combinare bene splatter e suspense, alternando scene di puro terrore con scene mozzafiato evitando così di incappare nella monotonia. Nel neo film viene a cadere la suspense e ci dobbiamo sorbire fiumi e fiumi di sangue. Gli attori non convincono e i personaggi che interpretano sono privi di interesse, grotteschi, quando non ridicoli. Gli unici sprazzi di talento visivo si rilevano negli effetti speciali e nella ricostruzione grafica di tagli e ferite ma a mancare sono stile e professionalità.  Il regista/sceneggiatore dimentica l’idea originale e centrale dello storico film, il Necronomicon, il libro dei morti e spera di cercare la novità nel tradizionale, ma il film non ingrana bene.

 

di Michele De Lorenzo

 

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.