TORCHIAROLO – Riceviamo e pubblichiamo la risposta del presidente del consiglio comunale di Torchiarolo, Francesco Palermo, a seguito della dichiarazione del consigliere di opposizione Nicola Serinelli:
Premessa: chiedo scusa ai cittadini che avranno la pazienza di leggere questa mia nota che non avrei assolutamente voluto scrivere, nella quale, per forza di cose, devo inserire fatti e circostanze forse poco interessanti per loro.
Tirato per i capelli che non ho…mi trovo, mio malgrado, costretto ad intervenire, stesso mezzo, in risposta al Cons. Serinelli, il quale ha ritenuto, ancora una volta, di ritenermi fonte di ispirazione (e addirittura “scrivano”) di una nota del Sindaco dei giorni scorsi. Non è la prima volta che il Serinelli (mi astengo dall’attribuirgli titoli perché non appaiano falsi e irriverenti – e magari diano poi anche luogo ad ulteriori smentite da parte della sua Direzione generale) mi assegna la paternità di comunicati stampa dei quali ho potuto anche, qualche volta, potuto condividerne il contenuto e contribuirvi (penso con assoluta legittimità) ma che, tuttavia e in ogni caso, come logica e diritto insegnano, sono da attribuirsi, esclusivamente, ai firmatari degli stessi.
Posso rassicurare il Serinelli, il quale non perde occasione per gratificarmi, è ovvio: involontariamente, assegnandomi un ruolo importante in tutto ciò che avviene in Comune (sarà forse un’ossessione?) che in questo caso specifico assolutamente nessun ruolo di suggeritore (neanche parziale) o scrivano ha avuto il sottoscritto. Mi meraviglia che Lui e l’annesso correttore di bozze dei suoi comunicati, non abbiano riconosciuto uno stile di scrittura (né meglio né peggio ma) assolutamente distante dal mio. Eppure dovrebbero, entrambi, così come succede a me con i loro, ben riconoscere il mio stile, visto che nel passato ne hanno anche (ahimè, con soddisfazione!) fruito. Ma tant’è!
L’unico “ruolo”, per quanto indiretto ed anche inconsapevole, che il sottoscritto ha avuto nel comunicato del Sindaco è rintracciabile nella foto ivi allegata, in quanto, in data 7 agosto 2012 avevo provveduto a pubblicarla su facebook. Il Serinelli, che si vanta di non frequentare facebook, quasi fosse un titolo di merito non farlo o una perversione farlo (e che però è ben informato – si fa per dire – su quello che vi scriverei io!) dovrebbe sapere che, una volta pubblicata sul social network, una qualsiasi foto diventa di dominio pubblico: chiunque può condividerla, scaricarla e farne uso. Tra l’altro, la foto incriminata e incriminante (non certo me!) di cui non sono autore, mi è stata passata da un residente nella marina di Lendinuso il quale aveva notato che da ben una settimana quel secchio stazionava sul pubblico marciapiede, dal quale fu rimosso solo dopo la suddetta pubblicazione. Cosa che posso confermare anch’io, risiedendo <<la porta accanto>> e almeno tutti gli altri vicini di casa, qualcuno dei quali non ho dubbio che confermerebbe la circostanza.
Non è possibile che anche a me, così come capita quasi quotidianamente a Lui, qualcuno possa rivolgersi, qualche volta, per “ottenere giustizia”? Ritiene di dover essere l’unico destinatario di segnalazioni, foto (e, aggiungo, poesie per il giornale pasquale) compromettenti da parte di ANONIMI cittadini e residenti, italiani o tedeschi che siano?
Posso anche sforzarmi di comprendere, non giustificandola, la reazione “scomposta” del Serinelli che, inchiodato alle sue responsabilità da una prova schiacciante, avrebbe forse fatto meglio a tacere, riconoscendo umilmente l’errore, piuttosto che cercare di arrampicarsi sugli specchi, per loro vocazione sempre scivolosi! Forse avrebbe fatto meglio a non trascurare una “nota legge della comunicazione” secondo la quale “una notizia smentita è una notizia data due volte”! Nel suo tentativo di arrampicata, infatti, il Serinelli conferma di essere stato l’autore di quel gesto mal-educato e incivile e “aggrava” la sua colpa affermando che gli era stato <<suggerito da uno degli operai della ditta Reteservizi…>>, da Lui contattato, <<…perché lo avrebbe ritirato la mattina seguente>>. Ora, a parte il noto vizietto di tirare in mezzo ed in cor-reità terze persone, non indicandone mai il nome (solito coraggio da gazzella più che da leone) e lasciando quindi il legittimo dubbio che esse non esistano, una domanda sorge spontanea: possibile che un amministratore “già sindaco”, per dieci anni <<sul piedistallo più alto del potere locale>>, non sappia che il contenuto del famigerato secchio (<<detriti e piccole pietre>>) costituisce “rifiuto speciale” da smaltirsi, pagando, nelle apposite discariche autorizzate, e non semplice rifiuto indifferenziato da far smaltire, gratis, alla ditta Reteservizi? Chi era il fantomatico operatore che aveva <<suggerito>> questo reato?
Ma il vero problema, lo capisca una volta per tutte il Serinelli, non è tanto il secchio o un altro errore che Lui o qualsiasi cittadino, me compreso, può eventualmente compiere. Il vero problema è che chi sa di essere in difetto deve evitare di vestire i panni lindi e puliti del moralizzatore delle altrui, sempre delle altrui, debolezze! Altrimenti è ovvio che venga facile qui ricordare il monito del mai dimenticato Indro Montanelli: <<Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante.>>.
Prendo atto che il Serinelli ritenga di obbedire, evidentemente con diritto di esclusività, alla Sua <<coscienza di uomo libero e onesto intellettualmente>> e inviti, invece, il sottoscritto al coraggio di svuotare quelli che definisce, con la solita eleganza che Lo contraddistingue, <<ben altri secchi, stracolmi delle immondizie putride e maleodoranti>> . Non saprei dire se i secchi ed anche le fosse, ben più capienti, che contengono la Sua smisurata onestà intellettuale emanino lo stesso fetore di quelli ai quali dovrei applicarmi io. Tuttavia, a naso, mi sembra di poter dire che da essi non fuoriescano fiorellini di campo profumati!
Ma la smisurata onestà intellettuale diventa paradosso quando il Serinelli attribuisce agli altri, sempre agli altri, tratti ormai caratteristici e caratterizzanti del suo essere e agire politico:
1) attribuisce al sottoscritto, ahimè senza poterli leggere, attacchi alle persone non allineate. Fermo restando che, per vocazione, io non ho mai attaccato alcuno e che, in qualche occasione come questa, tento solo di difendermi dagli attacchi subiti, voglio ricordare al Serinelli che, senza ombra di dubbio, quello che mi si rimprovera è invece un suo atteggiamento costante. Per la serie: “chi non è con me, chi non fa quello che mi auguro che faccia diventa improvvisamente brutto, sporco e cattivo”.
Come il Comandante Renna, un tempo, per Sua stessa ammissione in uno degli ultimi Consigli comunali, amico tanto stimato da esserne stato sostenitore e favoreggiatore (in virtù di quali poteri?) dell’assunzione a Torchiarolo e oggi, invece, cadutogli pesantemente in disgrazia! Come il sottoscritto, per esempio, che solo tre anni fa ,era stato quasi “supplicato”, in una sede dei tanti partiti cui ha aderito nella sua storia politica, a candidarsi con Lui, prima da due suoi sostenitori – Blasi e Nicolardi, (faccio i loro nomi, mi scuseranno, solo per non cadere nel Suo stesso difetto di rendere poco credibili i fatti raccontati) – e poi da Egli stesso, per mia volontà e fortuna alla presenza di un testimone certo), con la promessa (in virtù di quali poteri?) che avrei rivestito il ruolo di Presidente del Consiglio in caso di vittoria elettorale. Trasformato, in poco tempo, da possibile Suo Presidente a persona <<priva di valori morali>> come ebbe a definirmi, sempre con la consueta eleganza, in un’altra Sua memorabile filippica!
O, per percorso contrario, come è avvenuto per ex assessori ai lavori pubblici e dirigenti dell’ufficio tecnico, spesso definiti nei modi più ignobili, anche in pubblica assise consiliare, quando Gli erano contrari, e poi invece, come per incanto, diventati l’uno provvido sostenitore della Sua candidatura e l’altro addirittura Suo tecnico di fiducia!
Così’ va il mondo? Può darsi…ma non per tutti!!!
Storia vecchia, questa dei “cangianti” giudizi morali di Nicola Serinelli. Trita e ritrita. Storia ingiallita dal tempo…che neanche qualche spennellata di improbabile tintura riuscirà più a rinvigorire e rendere credibile!
2) ma il massimo del paradosso il Serinelli lo raggiunge quando attribuisce a me <<il sogno inseguito da tempo: quello cioè di salire sul piedistallo più alto del potere locale>>. Anche qui dimostra di conoscermi assai poco. Certo, si può anche fare l’ipotesi che Francesco Palermo, come qualsiasi altro cittadino, brami diventare Sindaco. Ipotesi legittima. Ma pur sempre ipotesi, non supportata da alcun fatto. Sfido chiunque a trovare un solo cittadino di Torchiarolo cui non verrà da ridere o almeno sorridere di questa boutade, fatta da un pulpito di un sogno ormai quarantennale, quello sì…”monotematico”! Realizzato, certo, per ben due volte, ma forse (dico forse) solo grazie ad una legge che non prevedeva l’elezione diretta ma solo l’investitura dei potentati di partito. E poi sfido Lui a portarmi davanti un solo nostro concittadino o anche un qualsiasi “personaggio politico” di qualche altro paese cui io abbia mai chiesto di appoggiare o sollecitare una mia candidatura a Sindaco. Piuttosto troverà persone che hanno, spesso, dovuto rassegnarsi alla mia ritrosìa, magari rimproverandomela pesantemente (anche tra i suoi “amici”). Sappia, il Serinelli, che non ho mai sofferto di candidìte. E l’evidente e deleterio effetto che ho osservato e osservo in chi ne soffre da anni…funziona sicuramente, per quanto mi riguarda, da potente vaccino!
Spero per il Consigliere Serinelli ogni bene. Soprattutto che possa recuperare al più presto quella serenità e <<purificazione>> che Lui, come tutte le persone troppo impegnate a sollecitarle continuamente negli altri, dimenticano di conquistare per se stesse.
Dico di più: se solo potessi, se dipendesse solo da me, farei in modo di soddisfare al più presto il Suo sogno. Lo farei magari temendo per il mio futuro, ma lo farei. Per il futuro di chi oggi continua ad essere vittima inconsapevole e innocente di certe Sue frustrazioni.