“La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti.”
La citazione di cui sopra non era un aggiornamento di stato su Facebook firmato Alfonso Bonafede o Luigi Di Maio. Non correva l’anno del “giustizialismo” 2019. Era il 1979: Sandro Pertini si rivolgeva agli italiani per il messaggio di fine anno. Lo ha ricordato la consigliera comunale M5S di San Pietro Vernotico, Selena Nobile, durante il dibattito in cui si è presentata la riforma anti corruzione meglio nota come “spazzacorrotti“. Assieme a lei le due portavoce alla Camera dei Deputati, Anna Macina e Valentina Palmisano. Al termine dell’incontro è intervenuto anche il sottosegretario all’Istruzione, Salvatore Giuliano. Durante i vari interventi, ovviamente, sono stati esposti i punti principali della spazzaccorrotti, quali: agente infiltrato, trasparenza per i finanziamenti ai partiti, daspo ai corrotti.
Un concetto essenziale è stato il comun denominatore del dibattito: la cultura della legalità. Già perché, almeno qui in Italia, i cittadini non sono così avvezzi ad un principio così semplice e costituzionale. Vuoi perché alcuni cittadini così onesti non sono, vuoi perché le nuove generazioni sono nate all’interno di un sistema già corrotto a prescindere. Perché? E’ molto semplice: negli ultimi 20 anni la classe politica (soprattutto di destra) ha fatto della legalità un principio tutto personale (per usare un eufemismo), mentre la sinistra (o presunta tale) quando non votava le “leggi vergogna” destrorse faceva finta di nulla. Vogliamo ripercorrere, brevemente, tutte le leggi a favore della corruzione (che ci costa ben 10 miliardi l’anno) e dell’illegalità degli ultimi vent’anni? Ne elencherò alcune di seguito:
- condono fiscale (1994)
- condono edilizio (1994)
- scudi fiscali (2001-2003)
- falso in bilancio (2002)
- raddoppio del finanziamento ai partiti (2002)
- autoriduzione fiscale (2004)
- illeciti contabili condonati (2005)
- condono per le tangenti (2006)
- scudo fiscale 3 (2009)
Tutte queste “leggi vergogna” sono ovviamente a firma Silvio Berlusconi, di cui proprio oggi ricorrono i 25 anni di fondazione di Forza Italia. Ecco, questo breve elenco basterebbe per comprendere quanto negli ultimi anni più che di “spazzacorrotti” si sia parlato di “salva corrotti“. Per questo, oltre a queste dovutissime riforme, occorrerebbe riformare la cultura degli italiani. Ed è la sfida più difficile.
Chi segue me, quindi #PrimaPagina, sa bene quanto abbia da sempre affrontato i temi sulla corruzione, sulla giustizia e sull’onestà (anche e sopratutto intellettuale).
Dinanzi ad una riforma del genere, non esiste pertanto colore politico. Ma solo la cultura di volere e, perché no, reclamare giustizia.