Zingaretti, Calenda, Bersani, Renzi: 4 opposizioni e un funerale

È una ecatombe. Lo è stata il 4 marzo 2018, lo è maggiormente adesso.
È inutile, la “sinistra” (quel che ne rimane dopo le “renzianiche”) non ce la fa proprio.
Un Governo si misura, anche, dalla qualità della sua opposizione. Ecco, se il Salvimaio dovesse misurarsi esclusivamente tramite i propri avversari, si direbbe che non avrebbe il 60 percento dei consensi, ma addirittura il 100 percento.

Eppure se il governo giallo-verde è salito nei sondaggi è perché, dall’altra parte della barricata, si ha un fulgido esempio di encefalogramma piatto. Necessitava una conferma? Ovviamente no, ma il vuoto cosmico dei “sinistri quattro” ha raggiunto livelli altissimi.
Si perchè il panorama rosso, in procinto di europee e primarie del Partito Democratico, si è scisso almeno in quattro monadi.
Le riassumo qui di seguito.

  • Fronte Bersani: reduce dalla fantasmagorica esperienza che fu Liberi e Uguali/Articolo 1 ecc… oggi è ospite nei talk show, ma pare essere uscito dall’ibernazione 5 minuti prima della messa in onda. È lì e non è lì. Neanche le metafore lo assistono più.
  • Fronte Zingaretti: attualmente il preferito delle primarie PD (e ti credo, a vedere gli altri candidati). Dice di avere un progetto politico. Ecco, quando deciderà di parlarne concretamente ci avvisasse.
  • Fronte Renzi: che dire più. È il tipo del referendum e della prima morte del PD. Ha lanciato la moda della politica dei popcorn. Ora fa video discutibili ovunque: dalle gondole veneziane alle Frecce Trenitalia. Una mestizia senza pari.
  • Fronte Calenda: è il tipo che ha fatto la tessera PD due giorni dopo le elezioni del 4 marzo ed appena sei mesi più tardi disse che più che un partito era un centro psichiatrico. Per restare fedele a quanto detto, ha inaugurato un fronte europeo #siamoeuropei. Dopo un “e sti ca**i” date una medaglia a quest’uomo. Da applicare su una camicia di forza.

La “magnificenza” della sinistra (o presunta tale) di oggi è questa: nonostante al Governo abbiano un destrorso per eccellenza come Salvini non riesce ugualmente a farsi valere. Invece di attaccare il leader leghista nel merito (sicurezza, immigrazione e affini), pensano a denigrarlo su facezie del calibro di ciò che posta su Facebook o Instagram. Come ultima proposta hanno lanciato il referendum contro il reddito di cittadinanza. Per questo non si può far altro che augurargli: buon funerale!

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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